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Per chi suona la campana

Ripartiamo!

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Avevano suonato a lutto con animo compiaciuto. Ad evocare la dipartita di castelloincantato.it, per la verità, era stata una sparuta minoranza che sognava una disinformazione all’unisono, una narrazione a senso unico dei fatti. A paventare la scomparsa del nostro quotidiano, invece, i tantissimi lettori che in questo periodo di assenza ci hanno garantito affetto costante e, ogni giorno, hanno avuto la premura di sincerarsi sulle sorti future del giornale, non perdendo occasione per stimolarci a tornare e ripartire il prima possibile. Cosa è successo? Un guasto tecnico poco prima della vigilia di Ferragosto è stato il pretesto per rinnovare la veste grafica del sito. Così un restyling si è trasformato in una lunga sosta. Dopo dodici anni di ininterrotta attività una pausa è un momento di chiarimento con se stessi e con gli altri. Non ci hanno stupito né ci stupiranno gli attacchi, sistematici e scientifici, di chi vorrebbe una informazione, un pensiero a voce e mente unica. Noi pretendiamo e ci battiamo affinché tutti abbiano diritto di pensarla diversamente, al contrario, respingeremo sempre con forza chi vorrebbe zittirci solo perché coscienza e intelletto non sono coincidenti o allineati ad alcune opinioni spacciate per dogmi. Ci hanno rimproverato di avere pregiudizi, hanno provato a delegittimare un impegno quotidiano e concreto, mentre è in atto da tempo una campagna di manipolazione della realtà, da parte di taluni, che comunicano, dichiarano e pubblicano per raccogliere proseliti, like e consensi, grazie anche alla collaborazione di solerti, servizievoli e prezzolati imbrattacarte.  Gli attacchi, i boicottaggi e le ritorsioni che abbiamo ricevuto sono stati feroci, abbiamo sempre prestato ascolto alle critiche ma non abbiamo mai arretrato di un millimetro su un concetto fondante di libertà e informazione: il divieto di istigare il popolo contro la stampa non fiancheggiatrice, magari con la correità di ignoranti fautori della disinformazione.  Allora per chi e perché suona la campana di Castello Incantato? Anzitutto per le migliaia di lettori che ogni giorno ci seguono dal 2007, intuendo da subito le potenzialità di modello di informazione telematica di cui siamo stati precursori. Abbiamo svolto e vogliamo continuare a svolgere  la funzione di cane da guardia e di contrappeso. Noi siamo quelli che non hanno applaudito, non ci ha mai persuaso l’idea di  convincere e convincersi che  ripetendo che le cose vanno sempre e comunque bene, prima o poi giungerà il lieto fine. Non si tratta di mancanza di ottimismo ma di repulsione alla propaganda foraggiata da chi accoglie solo i taccuini del “copia incolla”, delle domande aperte e mai scomode, concordate e complici, dei monologhi spacciati per interviste. La nostra è una campana diversa che ha suonato più a lutto che a festa. Una scelta certamente sofferta e imposta non dall’attrazione per il macabro ma dall’aderenza alla realtà. Nella “parrocchia del Vallone”, infatti, sono stati celebrati più funerali che battesimi. Il   fastidio nei nostri confronti che esercitiamo il diritto di critica ci inorgoglisce, mentre anche all’asilo hanno capito che hanno ben altri interessi da difendere, rispetto all’informazione, le penne, i microfoni, le lenti addomesticati e che da una vita, sopperiscono all’incapacità manifesta, con l’obbedienza, l’encomio e la sottomissione, per garantirsi privilegi e favoritismi.

Abbiamo visto giusto. Giocando a carte scoperte si è palesato chi ha barato e chi ha osservato il rispetto delle regole di correttezza. Nel nostro quotidiano la politica ha assunto sempre più un ruolo marginale, non diramiamo bollettini con cadenza giornaliera o oraria per esaltare anche il respiro di qualche beniamino politico. Mentre molti, in malafede, fingono di non accorgersi che nella testata che dirigo, ormai da anni, la cronaca in ogni salsa, dalla giudiziaria alla nera, ha un ruolo preponderante rispetto alla politica. Non ci sfugge che in una terra come la nostra, dove i malfunzionamenti sovrastano le buone pratiche, ha vita facile chi traveste un diritto da merito, viceversa, i disservizi, solo perché ampiamente diffusi e generalizzati, da motivo di indignazione diventano normalità. Non ci siamo lasciati abbindolare da questa logica perversa della rassegnazione e della riconoscenza verso chi concede che se non hanno più pane, mangino brioche». Non ci siamo lasciati distrarre dalla imperante frenesia estetica e festaiola che anestetizza ma non guarisce la nostra terra moribonda. Privi di infingimenti e senza edulcorare la pillola, abbiamo fatto un grande e puntuale lavoro di denuncia, conducendo battaglie in solitaria, abbiamo informato, talvolta commettendo qualche errore ma pagando sempre sulla nostra pelle il conto, in alcuni casi salatissimo, della “disobbedienza”. Oggi con una veste grafica aggiornata, numerose novità e rinnovato entusiasmo, siamo pronti a ripartire, con una offerta editoriale ancora più ricca e variegata, rinvigoriti dalla stima e dall’affetto dei lettori che, a differenza del sito, non si sono mai arrestati.

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