Mussomeli – Tra strade fatiscenti, ponti che crollano, manutenzione stradale inesistente Mussomeli, ormai da tempo, vive un isolamento preoccupante che certamente non traina un’economia già di per se asfittica. Mi chiedo è possibile morire di isolamento per un paese che negli anni 80 e 90 si vantava di essere la capitale del Vallone? Se guardo ai tanti giovani che, chi per lavoro chi per studiare nelle università del Nord, lasciano la Sicilia e, di questi, pochi ritorneranno perché partono già consapevoli che nella loro terra non esiste futuro e prospettive di una vita appagante, dico è possibile! Se penso ai tanti genitori che si trasferiscono al Nord, vendendo le proprietà per raggiungere i figli, dico è possibile! Se penso alle realtà economiche che a Mussomeli devono pagare il doppio per il trasporto delle merci a causa di strade che chiamarle strade è un eufemismo, dico che si, si può morire di isolamento! Mussomeli negli anni 60 vantava una popolazione di 16.000 abitanti oggi siamo ridotti ampiamente sotto i 10.000, di questo passo in paese resteremo “quattro vecchi” come si dice nelle chiacchere della gente preoccupata per questo stato di cose e che non vede una via di sbocco. Da anni c’è un movimento costante in atto. Di svuotamento dei piccoli comuni dell’entroterra siciliano, soprattutto montani ed a vocazione agricola. Le scuole chiudono, per mancanza di bambini, vedi la vicina Acquaviva Platani, le banche si fanno concorrenza e chiudono gli sportelli perché, fra chi muore e chi se ne va restano pochi utenti e poco disposti a risparmiare quando non ci stanno soldi. In alcune ore della giornata, Mussomeli sembra un paese fantasma ed è soprattutto d’inverno che i fantasmi si fanno sentire. Nel silenzio di strade deserte, il vento diventa la voce dell’assenza. La voce di chi è partito per cercare altrove fortuna. Un mondo antico che va scomparendo se non si pone rimedio. La parola d’ordine è “trasformare i limiti, come l’isolamento, in opportunità per turisti e nuovi abitanti”. Ecco che a Mussomeli, come a Salemi o a Gangi, l’amministrazione comunale ha fatto sua l’iniziativa delle case ad un euro, case abbandonate o di proprietà comunale proposte a prezzi simbolici nel tentativo di attrarre flussi di stranieri che scelgono di vivere nel nostro paese che, a fronte dei disagi evidenti, può offrire una qualità della vita fatta di un buon clima, buon cibo e certamente gente accogliente, solare propria del carattere mediterraneo. Progetto che ha attratto la curiosità di testate straniere come il New York Times e sono arrivate richieste da ogni parte del mondo. Sulla buona riuscita del progetto sarà il futuro a dare risposte ma quel che è certo è che se si vuole invertire la tendenza all’isolamento ed allo spopolamento demografico le alternative sono ” creare lavoro, o dare incentivi per venire” ma, soprattutto, pensare ad un miglioramento della rete stradale.